08.07.2017, A cura di Giulio Tammaro (da “Fuori dalla Rete” – Giugno 2017, Anno XI, n.3)
La ricerca del tartufo è iniziata per divertimento per “riempire le sue giornate da pensionato” come lui stesso afferma ma grazie a questo hobby ha riscoperto i nostri monti, i suoi paesaggi mozzafiato e l’importanza del tartufo per la nostra comunità. Questo l’ha spinto, insieme ad altri cavatori di tartufo, a fondare nel 2008 l’Associazione Tartufai Monti Picentini di cui in questi nove anni ne è stata l’anima oltre a ricoprire varie cariche. Nei mesi scorsi l’associazione ha rinnovato le cariche statutarie e Giuseppe Caputo è stato eletto presidente succedendo a Mario Donnarummo. Complice il nuovo incarico ricevuto abbiamo provato, con il neo presidente, a fare il punto della situazione. Ne è uscita un’interessante intervista che spazia dai punti di forza e di debolezza dell’associazione alle problematiche che oggi presenta il settore tartuficolo e agli obiettivi per il prossimo futuro. Un’intervista a 360° che vi consigliamo di leggere con attenzione. La redazione del giornalino “Fuori dalla Rete” coglie infine l’occasione per fare gli auguri ed un grande in bocca al lupo al nostro amico nonché socio del circolo Palazzo Tenta 39 Giuseppe Caputo per l’incarico ricevuto.
E’ stato tra i fondatori dell’associazione tartufai Monti Picentini e il primo a ricoprire l’incarico di presidente. Nel corso degli anni ha continuato a farne parte, occupando diversi ruoli. E adesso è arrivata di nuovo l’elezione a Presidente. Un legame forte con questa associazione per uno che della ricerca del tartufo ne fa più un hobby che un vero e proprio lavoro.
La ricerca del tartufo è iniziata per riempire le mie giornate da pensionato, grazie ad essa ho scoperto in profondità la bellezza delle nostre montagne, ma soprattutto mi ha fatto capire quanto è importante per la nostra comunità preservare l’ambiente e valorizzare i nostri prodotti tra cui il NERO DI BAGNOLI. Per questo che nove anni fa, insieme ad altri amici, abbiamo dato vita all’ Ass. “TARTUFAI DEI MONTI PICENTINI”, riconosciuta con decreto regionale. Con l’aiuto delle varie amministrazioni comunali in questi anni siamo stati presenti in molte manifestazioni enogastronomiche: all’EXPO di Milano, a Stoccarda ospiti del Comune, a Napoli presso la Città Della Scienza, a Caserta ospiti dell’assessorato regionale all’agricoltura, ad Avellino al carcere borbonico e tante altre manifestazioni minori. Sono stati organizzati convegni per far conoscere il nostro tartufo e le bellezze naturali del nostro paese.
Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere il neo costituito Direttivo in questo mandato?
Continuare sul percorso iniziato nove anni fa sulla valorizzazione del prodotto, ridare slancio alla nostra attività e vincere la battaglia infinita sull’abbattimento dei cinghiali, costringendo la Regione Campania (la regione Toscana nel 2015 ha decretato l’abbattimento di 150.000 Cinghiali in tre anni) a decretare la caccia dei cinghiali in esubero nel Parco dei Monti Picentini. In questi anni con il supporto di tutte le amministrazioni comunali, abbiamo ripetutamente fatto presente del problema ai vari assessori regionali che si sono succeduti oltre che con lettere dei Sindaci, anche con la raccolta di 500 firme (protocollate in Regione) per evidenziare il problema della proliferazione dei cinghiali, colpevoli della distruzione delle tartufaie. Non abbiamo intenzione di arrenderci e a breve ci sarà nuovamente la raccolta delle firme per protestare imperterriti contro l’inefficienza di questa e delle passate amministrazioni regionali.
Quali sono i punti di forza dell’associazione tartufai Monti Picentini e quali invece quelli di debolezza su cui intervenire?
L’associazione serve ad un paese come il nostro che vive soprattutto di turismo enogastronomico, è sinonimo di garanzia per il prodotto e difende il marchio NERO DI BAGNOLI in tutte le sedi. Abbiamo diffidato varie riviste e siti on-line che disprezzavano il nostro prodotto tra cui “FUNGHI E TARTUFI”, infatti nel 2009 il direttore editoriale della rivista mi contattò per scusarsi dell’articolo denigratorio. L’associazione è importante per un comune che dal 2003 è socio dell’ ass. nazionale” LE CITTA’ DEL TARTUFO”. Nel 2016 durante la sagra del tartufo, la relativa associazione commissionò al regista Remo Schellino di riprendere scene del nostro territorio comprendente di interviste ad alcuni cavatori e ricerca del tartufo per un cortometraggio che andava ad integrare la documentazione per il riconoscimento del tartufo italiano come bene immateriale sotto la protezione dell’Unesco. Punto di debolezza? Non siamo riusciti a far capire a molti cavatori a cosa serve la nostra associazione.
Al tavolo del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che sta lavorando ad una nuova legge sul tartufo, ci sono varie proposte dell’associazione tartufai italiani, inerenti alla tracciabilità, la tutela dei raccoglitori e tartuficoltori e la questione fiscali. Qual è la posizione dell’associazione tartufai in merito a queste proposte?
Il problema maggiore è che anche in questo settore vi sono lobby dei grandi commercianti (Urbani e non solo) che non vogliono la tracciabilità del prodotto e per questo alla filiera manca la figura professionale del cavatore, sono anni che l’associazione nazionale Le Città del Tartufo e tutte le associazioni territoriali si battono affinché il parlamento legiferi in tal senso. Io e Luca Branca nel 2011 andammo a Roma in audizione presso la commissione agricoltura della Camera dei Deputati per cercare di far capire che senza il riconoscimento del cavatore non si chiude la filiera del commercio del tartufo. Attualmente la nostra associazione è presente sul tavolo nazionale con il Dott. Luca Branca come membro della commissione e io membro di quella Provinciale. Sicuramente siamo contrari alla proposta del nuovo calendario per la ricerca del tartufo dal 1° Ottobre 31° Gennaio, ora è dal 1° Settembre al 15 Aprile, ci opporremo in tutte le sedi affinché ciò non avvenga. Il motivo del nostro dissenso è perché il territorio di ricerca del tartufo Nero avviene in alta montagna zona fredda che conserva perfettamente il tartufo anche ad Aprile.
A proposito di questione fiscale, in tanti nel settore auspicano l’introduzione della filiera corta ovvero la vendita diretta dal “produttore-cercatore” al consumatore. L’associazione è favorevole a questa proposta?
Come dicevo sopra siamo favorevoli, per questo aspettiamo il riconoscimento della figura professionale del cavatore, affinché chi vuole iscriversi in questa categoria possa farlo con tutti i requisiti, ciò però non esclude che chi lo fa in modo saltuario può continuare a farlo.
In conclusione, facendole gli auguri e un grande in bocca al lupo per l’incarico ricevuto, le chiediamo come prospetta questo mandato?
Cercare di far capire ai quasi 150 cavatori con tesserino regionale residenti a Bagnoli, che far parte dell’associazione e renderla più forte è importante perché nascono più idee, si è più attivi e più partecipi sul territorio. Far parte dell’associazione non comporta nessun accertamento fiscale perché il nostro paese ha, dal lontano 1912, adottato gli usi civici per i propri cittadini, oltre alla raccolta della legna, del pascolo, dei funghi, fragole e origano vi è anche la raccolta del tartufo. Un altro traguardo da raggiungere è potenziare, ancor di più, il sito dell’associazione che con i suoi 60.000 contati in quattro anni ha contribuito a far conoscere il nostro tartufo e il nostro paese nel mondo.WWW.TARTUFAIPICENTINI.IT